Tutto sull’inquinamento atmosferico: cause, conseguenze e rimedi

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Tutto sull’inquinamento atmosferico: cause, conseguenze e rimedi

Dire che l’inquinamento atmosferico è un problema grave, significa probabilmente sottovalutarlo.

Si stima, infatti, che l’inquinamento atmosferico e le sue conseguenze, dirette e indirette, siano responsabili ogni anno di circa 7 milioni di vittime in tutto il mondo.

Le perdite di produttività e la degradazione della qualità della vita, causate direttamente o indirettamente dall’inquinamento atmosferico, costano all’economia mondiale circa 50 miliardi di miliardi di euro, ogni anno.

Con la definizione di inquinamento atmosferico si identificano tutti gli inquinanti fisici, chimici e biologici che alterano le caratteristiche naturali dell’atmosfera terrestre.

Gli agenti inquinanti maggiormente presenti nella nostra atmosfera sono

  • monossido di carbonio;
  • ossido di azoto;
  • biossido di zolfo;
  • benzene;
  • idrocarburi;
  • piombo;
  • polveri sottili.

A soffrire di più per l’inquinamento atmosferico sono senz’altro le città più grandi e le aree più industrializzate, ma non esiste Paese al mondo che ne sia risparmiato.

Le cause dell’inquinamento atmosferico

Le cause dell’inquinamento atmosferico possono essere

  • naturali;
  • antropiche (ovvero legate alle attività umane).

Tra le cause naturali dell’inquinamento atmosferico troviamo per esempio le eruzioni vulcaniche o le tempeste di polvere, ma persino le emissioni delle piante, in particolari condizioni, possono incrementare la concentrazione di agenti inquinanti.

Le principali cause dell’inquinamento atmosferico, però, sono riconducibili alle attività umane, in particolare

  • agricoltura;
  • industria;
  • produzione e consumo di energia;
  • traffico veicolare.

L’agricoltura contribuisce all’inquinamento atmosferico producendo la maggior parte delle emissioni di ossido di azoto. I fertilizzanti chimici usati nei processi agricoli causano inoltre emissioni di ammoniaca e di metano, che è un gas serra.

Le industrie, pur differenziandosi a seconda del settore interessato, sono in gran parte responsabili delle emissioni di

  • ossido di carbonio;
  • anidride carbonica;
  • anidride solforosa;
  • ossido di azoto;
  • micropolveri;
  • composti organici volatili;
  • metano;
  • ammoniaca;
  • radiazioni radioattive.

L’energia prodotta da fonti fossili causa inquinamento atmosferico rilasciando, tra l’altro,

  • prodotti chimici;
  • ossido di azoto;
  • anidride carbonica.

Il traffico, a sua volta, incide sull’inquinamento atmosferico producendo ogni anno circa un terzo delle emissioni di gas serra, in particolare

  • anidride carbonica;
  • ossido di carbonio;
  • ossido d’azoto;
  • composti organici volatili;
  • polveri sottili.

Non ultimi, anche noi siamo in parte responsabili dell’inquinamento atmosferico, attraverso le nostre scelte di acquisto e di consumo, e anche attraverso il nostro stile di vita.

Per esempio, il riscaldamento delle case in cui abitiamo e dei luoghi in cui lavoriamo causa il rilascio di inquinanti nell’atmosfera.

Acquistando e usando prodotti che inquinano nella loro fase di produzione, distribuzione e smaltimento, diamo un involontario aiuto all’inquinamento atmosferico.

E se fumiamo, rilasciamo ogni giorno una piccola dose di inquinanti nell’aria che respiriamo.

Le conseguenze dell’inquinamento atmosferico

Le conseguenze dell’inquinamento atmosferico si ripercuotono, direttamente e indirettamente,

  • sull’ambiente;
  • sulla salute umana.

Tra le conseguenze più gravi dell’inquinamento a livello ambientale troviamo

  • smog;
  • deposizioni acide (pioggia, nebbia, gas e polveri);
  • eutrofizzazione delle acque;
  • buco dell’ozono;
  • effetto serra.

La parola “smog” deriva dalla fusione delle parole inglesi “smoke” (fumo) e “fog” (nebbia). Causato principalmente dal traffico, dal riscaldamento e dalle industrie, in estate lo smog è composto principalmente da ozono. In inverno, invece, lo smog si forma quando è più freddo e il livello di anidride solforosa aumenta a causa delle emissioni provenienti dal riscaldamento delle abitazioni. Né gli esseri umani né le piante sono in grado di tollerare a lungo lo smog.

Le piogge o nebbie acide sono causate principalmente dai combustibili fossili. Le emissioni di ossidi di azoto o anidride solforosa, entrando in contatto con l’acqua, sprigionano acido solforico e acido nitrico. Questi ultimi si depositano su piante, acque superficiali e terreni impoverendoli e inquinandoli. Anche edifici e monumenti sono a rischio di erosione.

Il fenomeno dell’eutrofizzazione è un processo di arricchimento in nutrienti (soprattutto sali di fosforo e azoto) degli ecosistemi acquatici, che finisce per alterarne più o meno drasticamente l’equilibrio, talvolta fino al punto di compromettere la loro esistenza.

L’ozono è molto importante per tutta la vita sulla terra: prodotto nell’atmosfera da reazioni chimiche legate all’influenza dei raggi solari, assorbe la radiazione nociva UV-B. Le attività antropiche introducono in atmosfera di un’alta concentrazione di composti chimici che decompongono e alterano l’ozono, compromettendo la sua funzione di schermo.

L’effetto serra è un fenomeno naturale e di per sé positivo: se non esistesse, la temperatura media del nostro pianeta scenderebbe mettendo a rischio la sopravvivenza della nostra specie. L’inquinamento atmosferico, però, produce un incremento eccessivo dei gas serra, che rende troppo compatto lo “scudo” fornito dall’effetto serra, e riduce la dispersione del calore dal nostro pianeta, provocando un generale aumento delle temperature terrestri (riscaldamento globale), all’origine dei cambiamenti climatici.

Per quanto riguarda le conseguenze dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana, basta citare le conseguenze delle polveri sottili, sentiamo parlare soprattutto come PM, dall’inglese Particulate Matter (Materia Particolata)

A seconda delle loro dimensioni, queste polveri atmosferiche possono essere inalabili, ovvero in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio, quello che va dal naso alla laringe, causando effetti irritanti come secchezza e infiammazione di naso e gola.

Le polveri più sottili (per esempio PM 2.5) sono addirittura respirabili, perché sono in grado di penetrare nel tratto inferiore dell’apparato respiratorio, fino agli alveoli polmonari. 

Questo può provocare danni bronchiali, aggravare malattie respiratorie croniche (asma, bronchite, enfisema) e addirittura portare al cancro.

I rimedi all’inquinamento atmosferico

Tra i possibili rimedi all’inquinamento atmosferico, il primo passa senz’altro dalla progressiva rinuncia ai combustibili fossili, a vantaggio di energia proveniente da fonti rinnovabili.

Questo riguarda anche (e forse soprattutto) le automobili e i mezzi di trasporto che percorrono le nostre strade: dovremmo ridurre il numero di veicoli circolanti (non a caso, in momenti particolarmente difficili, molte città ricorrono alla circolazione a targhe alterne), e soprattutto sostituire quelle più inquinanti con modelli più recenti o – meglio ancora – funzionanti con alimentazioni alternative, come quella elettrica.

Potenziare il trasporto pubblico, inoltre, è un’ottimo modo per ridurre la circolazione di auto private. Anche migliorando l’efficienza e la sostenibilità degli impianti di riscaldamento è possibile ridurre l’inquinamento atmosferico.

Per quanto riguarda le industrie, un rimedio all’inquinamento atmosferico è introdurre sistemi di filtrazione e purificazione delle emissioni prodotte dai processi di lavorazione industriale.

In agricoltura, si può ridurre il problema evitando l’uso di composti chimici pericolosi a base di azoto e ammoniaca.

I rimedi all’inquinamento atmosferico dipendono anche da noi: orientando le nostre scelte di acquisto e di consumo verso prodotti sostenibili lungo tutta la loro filiera, dalla scelta dei materiali alla produzione e via via fino allo smaltimento, e praticando quanto più possibile il riciclo e riuso, possiamo dare un contributo alla riduzione degli agenti inquinanti in atmosfera.